Upload – Recensione della comedy sci-fi di Amazon
Upload è la nuova serie comedy sci-fi approdata nel catalogo di Amazon Prime Video a maggio.
Dieci sono gli episodi che compongono questa prima stagione di Upload (già rinnovata, fortunatamente, per una seconda), della durata di circa mezz’ora, fatta eccezione per il primo. Questa brillante comedy sci-fi è una creatura di Greg Daniels. Quest’ultimo è uno dei nomi di punta della serialità contemporanea: infatti, ha lavorato a The Office US, Parks and Recreation e King of the Hill. La sua mano è ben evidente, soprattutto per i fan di The Office che non faticheranno a riconoscerne le reference e… i meme!
Upload in un aldilà digitale
La storia che Upload racconta è molto semplice: cosa succederebbe se in punto di morte fosse possibile fare un upload in un aldilà digitale? Lo scopriamo grazie a Nathan Brown, un giovane programmatore che muore a causa di un incidente d’auto in circostanze misteriose. Per non perderlo, la sua ricca – e appiccicosa – fidanzata Ingrid decide di farlo uploadare nell’aldilà digitale gestito dalla multinazionale Horizen. Lakeview, questo il nome del paradiso in pixel e giga, è un posto magnifico, dotato di tutti i comfort, quasi un surrogato della vita terrena… per coloro che possono permetterselo.
Nathan è solo un informatico, non può permettersi un account a Lakeview. Tuttavia, Ingrid è così determinata a raggiungerlo dopo un’ottantina d’anni, da acquistare e gestire un profilo per lui. Certo, questa atipica relazione a distanza mette a dura prova un rapporto già traballante, soprattutto se nella vita (o morte) di Nathan fa capolino Nora, letteralmente il suo Angelo, tecnologicamente parlando l’assistenza clienti fornita dalla Horizen. Tra i due nasce un’amicizia particolare che potrebbe trasformarsi in qualcosa di più. Ma, anche in questo caso, sarebbe possibile una storia tra una persona viva e un’identità digitale?
La fantascienza si fa comedy
Mai come in questi ultimi anni, la fantascienza sta conquistando una larga fetta nell’ambito delle produzioni mediali. Tra letteratura, cinema e serialità , l’ampio spettro delle produzioni sci-fi si sta arricchendo di nuovi sottogeneri. La stessa Amazon Prime Video ha fiutato l’andazzo, valorizzando il proprio catalogo con prodotti del genere, che si tratti di sempreverdi come Futurama o di novità come Tales from the Loop e la stessa Upload. Non è un caso che ormai il panorama fantascientifico stia giungendo a una pericolosa saturazione e, in quest’ottica, ricercare e mantenere l’originalità è il primo passo per guadagnarsi uno spazio. Upload riesce bene in questo.
Muovendo da una base sci-fi, la serie si avventura a esplorare altri generi narrativi che con la fantascienza hanno ben poco a che fare. Il risultato è una serie ibrida, in cui ciascun micro-mondo ha il giusto spazio e si incastona alla perfezione con gli altri. I dilemmi che la science-fiction ci pone s’intrecciano con un gusto romance, che non è mai eccessivo o fuori luogo. Non mancano le incursioni nel genere giallo col suo mistero da risolvere e un’indagine tecnologica da compiere, che si colora perfino di striature thriller in alcuni momenti. A coronare questo composito macro-mondo è la vocazione leggera e frizzante propria della comedy.
Dall’ufficio all’aldilÃ
Ed è in questa cornice ridanciana che la mano di Greg Daniels si rende artefice e si fa sentire con potenza. Abituato a lavorare a produzioni destinate ai network (la NBC, nello specifico) e basate, perlopiù, su uno sviluppo verticale, Daniels si trova in un campo nuovo con Upload. Progetta una storia orizzontale che si snoda lungo tutto l’arco degli episodi, diramandosi in due storyline principali e sfruttando la formula del binge-watching tanto cara allo streaming. Nonostante gli episodi non abbiano caratteristica di fruibilità al di fuori dei due plot primari, Daniels sparge comunque traccia del proprio background seriale.
Non è un caso che Upload richiami un altro show che affronta in modo ironico il tema della vita dopo la morte: si tratta di The good place, che fa capo anch’essa alla squadra di Daniels. Altro elemento che fa pensare con insistenza ai lavori precedenti dello showrunner, è il fatto che Upload per certi aspetti richiami le workplace comedy. Come The Office US, anche in questa commedia sci-fi vediamo spesso un posto di lavoro, anche se atipico, anche se virtuale. E dalle opere precedenti di Daniels, Upload sembra ereditare soprattutto l’equilibrio dei registri. Adattandosi alla compresenza di sottogeneri, la serie si regge su un equilibrio tonale che ha la stessa armonia di una sinfonia ben orchestrata. Con grazia, si passa dalla satira all’umorismo più basso, da un’intonazione più seria, quasi grave, a una tendenza riflessiva che coinvolge i pensieri più diversi.
Oltre Black Mirror
Il concetto portante di Upload sembra quasi prendere avvio da un’altra serie cardine del genere: Black Mirror. Gli episodi che vengono richiamati alla memoria sono soprattutto due. In Nosedive è rappresentato un mondo in cui ognuno può votare in stelline la popolarità altrui, sfruttando una tecnologia social che utilizza l’indice di gradimento delle persone per definire lo stato sociale delle stesse. In San Junipero, invece, si esplora la possibilità di accedere a un mondo virtuale in cui si può essere eternamente giovani dopo la morte. Elementi, questi, che ritroviamo in embrione nella serie di Daniels, sebbene sviluppati in altre forme e con altre finalità . Del resto, Upload rifiuta l’impianto antologico che caratterizza la Black Mirror di Charlie Brooker e si avvia verso un approfondimento esteso nell’arco degli episodi.
L’interesse e l’originalità di questa serie fantascientifica risiedono nel fatto che permetta di riflettere su temi che non sono poi così lontani dalle nostre vite, senza per questo premere con insistenza sul pulsante dell’angoscia distopica. E questo è un pregio di assoluta importanza. Chiedersi qualcosa come: “ti faresti caricare in una realtà digitale dopo la morte?” e farlo con ironia non è qualcosa di scontato. Così come non è scontato il fatto che Upload consenta a chi guarda di porsi quelle domande esistenziali che un po’ tutti ci facciamo, ma senza scatenare l’incontrollata paura dell’ignoto che queste domande portano con sé.
Upload è una scommessa riuscita
Paradossalmente, l’aldilà virtuale creato in Upload sembra avere tanto in comune col nostro mondo. Non per niente, innesta un’intelligente satira sull’attualità , mettendo in scena una vita digitale dominata dal capitalismo più sfrenato. Se sei ricco, puoi permetterti Lakeview; se sei povero ti spettano pochi giga da cui dipende tutto quello che puoi fare. Dunque, chi non ha abbastanza fondi non può permettersi le “funzioni aggiuntive”, come sfizi e lussi nella vita, concessi solo a chi possiede più denaro. Senza pagare, senza sottomettersi al sistema economico non si avrà accesso a cibi più succulenti, attività più divertenti, un’assistenza personalizzata. Come se questa vita dopo la morte fosse un’app provvista di centinaia di funzioni a pagamento, senza le quali si va incontro alla grigia e vuota miseria.
Personaggi a tutto tondo, seppur rispecchianti tipi umani determinati, si muovono all’interno di questa realtà doppia, naturale e digitale, sconfinando dall’una all’altra con l’ausilio della tecnologia a cui, probabilmente, aneliamo: guanti sensoriali, tute per immergersi nella VR, hard disk che contengono persone. Persone che parlano, pensano, sentono, hanno delle coscienze, come fossero effettivamente loro, effettivamente vive. E qui si pone, delicata, la questione spirituale: cosa ne sarà dell’anima, se esiste, di una persona uploadata? La serie prova a dare risposte, ma probabilmente la vera consapevolezza risiede in ciascuno di noi.
Nel frattempo, Upload è un ottimo modo per porsi delle domande.
Francesca Belsito