Joker – Un buono divenuto cattivo, Recensione
Joaquin Phoenix porta il suo Joker nelle sale insieme a Todd Phillips dandogli una nuova anima
Molteplici sono le versioni di Joker che ho visto susseguirsi negli anni, l’acerrimo nemico di Batman, l’uomo con il viso coperto di bianco. Tra le tante differenze, avevano tutte in comune un’estrema e innata malvagità, giustificata da uno dei cliché più comuni nella storia del cinema: ”È folle”.
UNA FOLLIA CHE TRASCENDE IL CRIMINALE
Da Leto a Nicholson senza tralasciare la performance di Ledger, tutte le interpretazioni avevano in comune una follia criminale piatta che classificava il personaggio come “nemesi” canonica, come cattivo che non può esistere senza la sua controparte eroistica. Il Joker di Todd Phillips interpretato da Joaquin Phoenix (Her, Il Gladiatore) intraprende una strada completamente differente. Non racconta la nemesi, racconta di come un uomo buono massacrato dalla vita sia costretto a diventare il simbolo della classe povera della città.
L’ambientazione allora avrebbe potuto essere Gotham, New York, Milano o Tokyo. Nè avrebbe fatto differenza la presenza o assenza del granitico Thomas Wayne. Un altro cognome non avrebbe mutato l’evoluzione e lo spessore del personaggio. Questo perché il film di Phillips non è una storia su Batman, non è un cinecomic sulla dualità buoni/ cattivi. Joker è una pellicola crudele che parla del disagio di avere un disturbo psicologico, ci racconta di un uomo che combatte da solo contro la società capitalistica in cui si ritrova dove perfino le emozioni sono riservate a coloro capaci di comprarle con violenza o denaro.
JOAQUIN PHOENIX, UN’ICONA SULLE SPALLE
Arthur Fleck si rende luce in questa società oppressiva. Cerca di essere la pecora bianca che fa la differenza nell’oscurità ripetendosi le parole della madre Penny, interpretata da Frances Conroy (American Horror Story, The Aviator), come un mantra: “Sono nato per portare felicità e allegria a tutti”. Questa vigorosa presa di posizione viene, però, intarsiata di una violenza e potenza uguali e contrarie che lo costringono a una discesa nichilista nell’oblio. La speranza viene così spazzata via da una tempesta di sabbia di eventi che corrodono perfino le poche conquiste riscattate con dolore e sudore durante il film stesso.
Come passi di danza classica, si susseguono delle metafore e citazioni che il regista inserisce senza palesarli. Senza allontanare mai la telecamera dal vero protagonista che riluce di bravura. Joaquin è inattaccabile, si carica sulle spalle intere decadi interpretative di un personaggio tutt’altro che semplice e lo canalizza in un corpo scenico ed espressivo. Rappresenta in tutto e per tutto non solo il personaggio ma anche ciò che subisce dalla società e perfino la società stessa. Sulla carta e sullo schermo Joaquin Phoenix merita a pieno titolo l’Oscar vinto miglior attore protagonista.
ISTANTANEE DI UN CUORE FERITO
Il lato tecnico è equiparato alla bravura del protagonista. Todd Phillips dà il meglio di sé compiendo un salto di qualità rispetto ai suoi precedenti film comici lanciandosi a capofitto in questa nuova avventura drammatica con un bagaglio di esperienze a tutto tondo. Le riprese dei dettagli, gli zoom a seguire, i campi lunghi e i piani sequenza sono studiati in ogni tratto e la fotografia è impeccabile. Le luci, mettono in evidenza il lato peggiore della società. Illuminano od oscurano Arthur a seconda della scena cambiando il mood ambientale a seguito delle vicende: da un sole luminoso a tinte calde iniziali fino alle luci al tungsteno sfarfallanti dei momenti più tetri.
UN FARO SULLE OMBRE UMANE
Avrei voluto trovare delle pecche in questa pellicola, una base su cui poter esporre realisticamente una critica negativa ma, per la prima volta da quando i cinecomic sono ascesi all’Olimpo cinematografico, mi trovo in seria difficoltà nel farlo. Questo film è delirante, divertente, commovente, socialmente e politicamente impegnato e mai una volta volgare o trash. Todd è riuscito in qualcosa in cui per anni nessun altro regista di cinecomic è riuscito: rappresentare un personaggio controverso come Joker non attraverso la violenza ma attraverso la speranza.
Daniel “MrInk” Ferullo