Ooku – Le stanze proibite: Recensione del manga
Dopo sedici anni di pubblicazione, si conclude il manga Ooku – Le stanze proibite di Fumi Yoshinaga.
Pubblicato per la prima volta sulla rivista Melody di Hakusensha nel 2004, ha riscosso subito un immediato successo. Vincitore del Premio Culturale Osamu Tezuka nel 2009, ha ricevuto numerose nomination in altre prestigiose competizioni, come il Manga Taisho. Si è concluso nel 2020.
Fumi Yoshinaga è riuscita a proporre una storia affascinante, ripercorrendo la storia giapponese al limite tra realtà e fantasia, con un ritmo incalzante e mai scontato, assicurandosi un posto tra i manga più interessanti degli ultimi anni.
Ooku – Le stanze proibite, la trama
Nel periodo Edo inizia a diffondersi di una strana malattia chiamata “vaiolo dalla faccia rossa” che, per qualche strana ragione, colpisce solo la popolazione maschile uccidendo tutti coloro che vengono infettati. Le donne perciò, sono costrette a occupare ogni genere di ruolo sociale, dal più faticoso a quello più prestigioso.
Al fine di assicurarsi una futura discendenza, viene creato lo Ooku, ovvero l’harem privato dello shogun, in cui gli uomini più giovani e attraenti hanno la possibilità di diventare consorti ufficiali e allo stesso tempo sfuggire dalla terribile malattia.
Il manga di Yoshinaga è impregnato da una potente aura femminile. Le donne sono al centro della vicenda e saranno proprio loro a prendere in mano le sorti del paese, nascondendo la loro vera identità al mondo esterno.
Personaggi e ambientazione
Ooku – Le stanze proibite rivisita la storia giapponese e ne ribalta completamente i canoni. I personaggi presenti sono, per la maggior parte, personaggi storici ribaltati dal loro genere di origine. Shogun, consiglieri e aristocratici li ritroviamo qui in vesti di donne dai modi raffinati e solenni al vertice della società . Non a caso, nello Ooku stesso, sebbene storicamente fosse un luogo abitato da cortigiane, vi ritroviamo giovani uomini pronti a servire il paese.
La personale visione di parità dei sessi in cui l’autrice ci cala, ci mostra la complessità di un sistema improntato sulla figura maschile, vista come granitica, che a poco a poco cede, svelando la sua debolezza. La malattia costringe il cosiddetto “sesso forte” a diventare qualcosa da tutelare, a farsi da parte e a lasciare spazio alle donne in tutti i compiti della vita quotidiana.
Le donne shogun occupano ruoli di grande responsabilità con forza, ma anche con fragilità , senza scadere nello stereotipo. Gli uomini infatti, non sono certo messi da parte, ma sono posti sullo stesso piano delle governanti, appiattendo quasi al minimo le divergenze di genere e valorizzando la loro presenza.
Yoshinaga perciò, fa della collaborazione tra i sessi la chiave di volta nella lotta contro la terribile malattia e nella gestione di un paese quasi sull’orlo del collasso.
Lo stile raffinato della dell’autrice si ritrova in ogni singolo dettaglio dell’ambiente. Il palazzo dello shogun è ordinato, sobrio, tipicamente giapponese. Lo sfarzo invece, sempre connotato di estrema eleganza, si ritrova negli splendidi kimono indossati da ogni personaggio, e ne traspare la cura ineccepibile nella resa delle fantasie tradizionali finemente illustrate.
Copertina del volume 7, a cura di Planet Manga
Conclusioni
Ooku – Le stanze proibite è un gioiello sotto tutti i punti di vista. Accurato, delicato ed estremamente incisivo, regala un’esperienza del tutto nuova e porta a riflettere su temi attuali come la parità tra uomo e donna. Anche l’edizione italiana, curata da Planet Manga, è pregiata e ben curata, con note esplicative che aiutano a capire il contesto storico in maniera efficace.
Consigliato a tutti coloro che apprezzano la storia giapponese e che sono curiosi di vederla in una veste completamente innovativa.