Nemesis, la recensione del quarto volume
Nemesis, il fumetto dedicato a San Fili. Una piccola perla, che raccoglie in sé ritualità , ricerca storica, passione per il genere horror. La sfida del duo Antonio Malfitano (sceneggiatura) e Davide Rende (illustrazioni) non tradisce ancora una volta le nostre aspettative.
Siamo al quarto volume, preparatorio al quinto e ultimo della serie. 102 pagine che ci strappano violentemente dalla realtà , portandoci in un paese che è magia e mistero, desiderio di sopravvivenza e scoperta.
Ma procediamo per gradi, percorrendo assieme la trama della storia, cercando di non spoilerarne troppo il contenuto.
Nemesis episodio 4, la trama
Tacito Germano, protagonista di Nemesis, è un antropologo finito casualmente nel paese di San Fili a seguito di un incidente. Qua perderà le tracce della compagna, che era con lui durante il viaggio, e dovrà confrontarsi con una realtà surreale. In questo quarto volume, si fa ancora più delineato quel fragile equilibrio tra vita e morte, che già trasudava dalle pubblicazioni precedenti.
Esseri soprannaturali faranno la loro comparsa all’interno della storia, in una lotta che divide i non morti, i viventi travolti da odio e spirito conservatore e i protettori stessi del paese. La “Fantastica“, la magara delle leggende di San Fili, proteggerà più volte il nostro protagonista da morte certa.
Riuscirà Tacito a raccogliere tutte le rune, comprenderne l’utilizzo e ritrovare la compagna perduta?
Nemesis, il commento del fumetto ambientato a San Fili
Tra le mani ci troviamo un albo di transizione. Mi spiego meglio: lentamente ogni personaggio si sta concretizzando tra le mani del lettore, il protagonista continua ad avere le idee piuttosto confuse rispetto a ciò che gli accade attorno, eppure non ha il tempo di elaborare gli eventi e l’attesa del quinto albo si fa sentire in un finale che ancora una volta ci lascia con il fiato sospeso.
Tra le pagine, apprendiamo realmente chi sia il protagonista: ne cogliamo l’identità concreta grazie ad un supporto come il suo stesso documento di identità , oltre al suo continuo rimarcarlo anche a voce. Un’identità che poco interessa a chi lo incontra, preferendo associarlo in maniera superficiale alle opere che ha scritto, senza realmente averne colto il significato.
Un personaggio che, ancora una volta, sottolinea il netto contrasto con un paese escluso dal resto del mondo, seppur con una quotidianità plasmata in quello che è un mondo altro. Concretezza contro contorni sfumati, burattini dentro un contesto che ci riporta vagamente alle atmosfere di Silent Hill.
Egli ha un’identità , lo ripete spesso, un ruolo concreto. Eppure attorno a sé ha a che fare con individui totalmente alienati.
Un esempio è la scena dell’incontro di pugilato: tutto il paese assiste allo scontro tra il campione di arti marziali Samuele Minervino ed il sindaco di San Fili. L’incontro è moderato da un cronista d’eccezione: il sanfilese Dario Brunori. Tributo ben rappresentato e che esternalizza l’orgoglio musicale della terra dei bruzi. L’evento, però, si trasformerà ben presto in una carneficina: il ring gronda di sangue e la battaglia termina con una vittoria inaspettata.
I personaggi presenti sono bloccati a quel bivio tra disgusto e acclamazione. Lo stesso cronista è disgustato. Ciò sembra palesarsi in un messaggio chiaro di denuncia, che rende l’albo anche un mezzo per comunicare un disagio sociale, proprio di chi vive la terra di San fili.
Nemesis e ritualità , le magare e gli oggetti di culto
Nell’albo prende forma quella figura sfuggente delle leggende del luogo: la Fantastica. È, infatti, proprio lei che interviene per salvare lo sfortunato Tacito da morte certa. Con la sua magia, rende vita alla statua al centro del piccolo borgo dedicata “ai prodi” di San Fili, che con forza innaturale sgomina la ferocia di un gruppo di cacciatori, avidi nella ricerca dei glifi di cui ancora non conosciamo lo scopo.
Qua, lo scontro è celestiale: dall’alto di un palazzo la Fantastica dà vita a quel pezzo di marmo, intento a sorreggere Nike (simbolo della Vittoria), per poi trucidarli con la forza di una divinità di pietra. Al termine della battaglia, un glifo compare sulla lingua del gigante di marmo, che si china per consegnarla a Tacito, prima di ritornare sul suo piedistallo a proteggere la propria terra.
Tacito continua la sua ricerca per il paese, fino a giungere in una chiesa. Qua troverà un rituale cultista in corso e verrà accolto in “Pandosia“. Verrà stordito e costretto a consegnare i glifi in suo possesso, ma la furia delle magare gli andranno incontro nuovamente, con una rappresentazione illustrata che alterna tratti scuri ad un cielo che è nebbia e fumo. Riusciranno, quindi, le magare a salvarlo?
Nemesis, l’horror dei nostalgici
Nemesis è l’horror per i nostalgici dei vecchi albi di Dylan Dog. Ben disegnato, con una fitta presenza di riferimenti e segni che provengono da una studio accurato del contesto storiografico ed esoterico degli stessi. Non ci risparmia le scene truci, anzi le esalta, ci mette davanti alla ferocia dell’uomo, che per avidità di potere pone in discussione il proprio senso etico e sociale.
Le illustrazioni rappresentano alla perfezione sentimenti come sgomento, follia, disperazione, dolore, rabbia. Sentimenti che diventano vivi tra le mani del lettore. Quasi ci si sente pervasi da quell’angosciosa ricerca, che coinvolge un povero antropologo la cui colpa è stata scegliere la macchina sbagliata e aver scritto un trattato sulla caccia preistorica.
Una saga, partita timidamente acerba con un primo numero con molte meno pagina, ma che matura in un quarto volume che non ha niente da invidiare a classici bonelliani, come Dylan Dog, o ai fumetti editi per la casa editrice Cosmo, come Splatter.
Nemesis, commento conclusivo
Tra le mani abbiamo un’opera che ci spinge a riflettere, che ci costringe a pensare e a ricercare nei dettagli quello che è tutto lo scibile raccolto a tal proposito dallo sceneggiatore, Antonio Malfitano. Un’opera che ha tratti decisi nelle sue illustrazioni, che ci inquieta e ci porta in quel mondo che è una bieca rappresentazione del presente.
Non è un fantasy horror classico: non risponde alle domande del lettore con un secco “perché sì, l’ho scritto io e così deve essere”. Contestualizza, invece, elementi esistenti di una cultura talmente vasta da sorridere a ogni piccolo riconoscimento come una conquista. Dalla più popolare citazione alla “battaglia dei bastardi” in Game of Thrones, al tributo a Vittorio De Sica e al Neorealismo con un frame di Umberto D.
Attendiamo, quindi, il quinto è ultimo atto di questo viaggio sofferto di Tacito, invitandovi a recuperare gli albi precedenti e lo Spin Off tributo dedicato a Damian, giovane scomparso prematuramente nel cosentino, ma che vivrà per sempre nei tratti di Davide Rende.
Nemesis può essere acquistato dal sito ufficiale Nemesis.it.