Death Stranding – Recensione dell’opera di Hideo Kojima
Nel marasma videoludico odierno diventa quasi difficile trovarne un videogioco che spicchi sugli altri.
Eppure, ogni tanto appare quel titolo che riesce a far discutere i giocatori fino a diventare un vero e proprio fenomeno, è il caso di Death Stranding. Come in ogni recensione non saranno presenti spoiler, mentre sarà presente lo XidioMetro che vi indicherà il grado di gradimento nei confronti del titolo recensito con carinissimi asterischi. Detto ciò, scopriamo insieme uno dei videogiochi più discussi degli ultimi mesi!
Death Stranding è l’ultima fatica di Hideo Kojima sviluppato dalla sua casa di produzione, la Kojima Production. Il trascorso dell’autore all’interno della software house giapponese Konami è conosciuto ai più: qui diede vita nel 1998 a una delle saghe più amate di sempre, ovvero Metal Gear Solid. Nel 2015 Konami cancellò i nuovi progetti avviati (tra cui il reboot di Silent Hill), ma soprattutto Kojima venne licenziato.
La notizia della sua ripresa non si fece attendere e nel 2016 venne annunciato ufficialmente un progetto in collaborazione con Sony. Death Stranding divenne uno dei titoli ancora in produzione più discussi dell’anno.
I fan iniziarono a fantasticare sulla sua possibile trama e vennero fuori le teorie più folli. Il gioco uscì ufficialmente l’8 Novembre 2019.
Trama di Death Stranding
Tutto la storia ruota attorno al Death Stranding, una catastrofe naturale che distrusse tutto ciò che l’uomo aveva costruito.Â
La Terra infatti sta subendo un deterioramento estremamente veloce a causa della cronopioggia. Questo fenomeno meteorologico fa invecchiare qualsiasi cosa tocchi: animali, piante, umani. La cronopioggia però è anche un campanello d’allarme in quanto ci svela la presenza delle C.A., creature simili a spettri collegate al mondo tramite cordoni ombelicali. Ma perché esistono le C.A.? Perché sono tanto pericolose? Sarà durante una delle missioni introduttive che avremo un assaggio della loro potenza distruttiva.
Nell’esplorare una terra tanto desolata e priva di vita non saremo soli. Al nostro fianco avremo un BB, un feto chiuso all’interno di una capsula usato come un normale strumento della nostra attrezzatura. Le sue sembianze da normale neonato ci permettono però di relazionarci a lui in vari modi come tranquillizzandolo dopo un capitombolo o suonando una melodia mentre riposiamo. Sarà per Sam un vero e proprio compagno di avventura e il suo aiuto sarà essenziale nei momenti di pericolo. Con la sua tenerezza, i giocatori non potrà fare a meno di affezionarsi a lui.
Tutto ciò che riguarda la “mitologia” del gioco è estremamente articolata nonché curata nei minimi dettagli. All’interno di documenti collezionabili (che sbloccheremo man mano) scopriremo dettagli sul Death Stranding e sul mondo di gioco.
Gameplay Death Stranding
Le meccaniche di gameplay inizialmente sembrano complesse: il gioco stesso ci catapulta direttamente nell’ambiente senza spiegarci nulla. Il giocatore è così “svezzato” senza troppi giri di parole. Ma già dopo aver svolto le prime missioni diventa tutto più facile e intuitivo.
Tramite le M-Link, manette che fungono da menù di gioco potremo vedere la mappa del territorio scegliere il percorso da intraprendere per arrivare a destinazione nel modo più sicuro possibile. Avremo a disposizione indicatori e le previsioni del tempo per evitare di incontrare le C.A..
Particolare è la gestione del peso dei pacchi da trasportare. Ogni volta che dovremo affrontare una consegna prepareremo Sam al viaggio portando con noi chiodi d’arrampicata, scale e spray riparatori per casse in caso di cronopioggia. Se verrà caricato troppo, Sam perderà l’equilibrio e cadrà a terra, rischiando di danneggiare i carichi. Prestare attenzione al terreno è fondamentale e potremo usare esoscheletri in base alle nostre necessità . In più potremo usufruire di mezzi di trasporto e crearne di propri per attraversare i luoghi più impervi.
Il nostro scopo, almeno inizialmente, sarà portare le casse ai destinatari evitando di danneggiarle più del dovuto, con tanto di voto finale del destinatario sul nostro operato.
Ma la vera “rivoluzione” sta nell’esperienza di gioco basata sulla connessione: tra i personaggi, tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, tra giocatori. Tutto il gameplay spinge alla collaborazione attraverso la costruzione delle “strutture”, cioè modi che il gioco mette a nostra disposizione per facilitare le consegne. Sarà possibile costruire ponti, teleferiche, box postali dove conservare e condividere i nostri pacchi. In più potremo lasciare dei “Mi Piace” ai giocatori con cui verremo a contatto per mostrare il nostro apprezzamento per la struttura creata.
Tutti i giocatori potranno contribuire alla costruzione di una struttura aggiungendo materiali, facilitando il viaggio non solo a sé stessi ma anche ai giocatori all’interno del server in cui ci si trova. Insomma, “unione” è la parola d’ordine.
Colonna sonora
L’atmosfera si fa sempre più tesa e cupa man mano che i misteri attorno al Death Stranding vengono dissipati. Da citare assolutamente in questo la colonna sonora: spiazzante, malinconica, significativa. Con un sound penetrante, gli artisti coinvolti (Low Roar, Silent Poets, Chvrches) riescono a rendere tangibili i pensieri dei personaggi. Molti brani ci accompagneranno nel nostro viaggio rendendoli davvero indimenticabili.Â
Death Stranding, il cast
La collaborazione con alcuni attori come Norman Reedus (nei panni di Sam) e Guillermo Del Toro erano state rese note durante l’annuncio dei progetti legati a Silent Hill successivamente cancellati. Mesi più tardi Kojima li aveva inseriti nel proprio progetto affiancando altre star mondiali come Léa Seydoux, Mads Mikkelsen e Lindsay Wagner, solo per citarne alcuni.
Ognuno di loro avrà un ruolo essenziale all’interno della storia e le loro interpretazioni riescono a emozionare il giocatore in più di un’occasione.
Presenti anche varie comparsate di personaggi noti del panorama dello spettacolo americano e giapponese. Tra i tanti appaiono Conan O’Brien, noto conduttore di talk show fan di Kojima, Junji Ito e Geoff Keighley. Easter egg di ogni tipo e citazioni contornano i momenti tranquilli tra una consegna e l’altra, in pieno “stile Kojima“.
Cosa ne pensa Xidia?
Hideo Kojima con questo titolo è riuscito a creare qualcosa di estremamente complesso, sebbene non abbia mai dimenticato la sua natura da videogioco. Le tematiche ambientaliste colpiscono come un pugno in faccia, sensibilizzando sull’argomento e creando un universo inquietante e realistico che ci auguriamo non si realizzi mai davvero.
Death Stranding è una doccia fredda, una concreta fantasia, una meravigliosa scoperta.
Per concludere, dopo questa analisi, gli asterischi dello XidioMetro non possono che essere massimi: cinque asterischi con lode!
Alla prossima recensione!
Vittoria Aiello