Crudelia, Recensione di un film Punk
Tra moda e rock’n’roll Crudelia si allontana dalla gestione registica di Maleficent portando su schermo un “cattivo” di enorme spessore.
Sentendo di un nuovo live action riguardo una nemesi Disney, un po’ come tutti, ero scettico. Crudelia DeMon nella pellicola animata e nei successivi live action non aveva uno spessore tale da poter essere una protagonista efficace. Questo film però mi ha piacevolmente sorpreso.
Cruella La trama
Negli anni ’60, Estella è una bambina geniale ed estrosa nata con i capelli di due tonalità differenti, bianco e nero. Dimostra un talento spiccato per la moda a cui si associa una vena crudele che sembra quasi darle una doppia personalità. Questa porta sua madre, Catherine, a soprannominarla “Cruella” (tenuto in lingua originale anche nel film). Da qui si susseguono eventi tragici che porteranno Estella a divenire orfana e ad assumersi la colpa della grande perdita.
Incontra poi dei giovani Jesper e Horace (Gaspare e Orazio) che la accoglieranno nella loro famiglia che sopravvive a colpi di furti e rapine. Vent’anni dopo, Estella, tintasi di rosso per sfuggire alla condanna per omicidio, riesce ad entrare a far parte di una importante buotique. Da qui in poi si susseguiranno continui colpi di scena fino alla scoperta della verità sull’omicidio della madre.
Una Emma Stone in bianco e nero
Buona parte della potenza narrativa di questa pellicola giace nell’operato dell’attrice protagonista, che riesce ad affermarsi nel ruolo come Glenn Close (Crudelia del precedente live action Disney) non era riuscita. Emma Stone riesce a tenere le redini del ruolo creando una protagonista fluida che passa da Estella (caratterizzata da dolcezza e timidezza) ad una Cruella ribelle, forte e cinica.
Molti saranno infatti i primi piani su di lei, sui suoi movimenti e sui vestiti che porterà durante tutto il film. La regia di Craig Gillespie (Tonya) riesce a seguire per tutto il tempo il ritmo del film scandendo con inquadrature dinamiche e veloci una struttura energica che trasuda in alcuni momenti il desiderio Punk e rivoluzionario di Cruella. Quasi come fosse un avatar della società londinese di quegli anni.
Crudelia, estro e musica.
Se parliamo di ritmo Punk non posso che sottolineare quanto la musica sia uno dei pilastri dell’intero film. La colonna sonora di Nicholas Britell è molto al di sopra della media cinematografica. Si lega alla narrazione a doppio nodo con musiche originali e non, riadattate per l’occasione.
Feeling Good di Nina Simone, Stone Cold Crazy dei Queen, One Way or Another dei Blondie, Five to One dei The Doors e Should I Stay or Should I Go The Clash: questi sono solo alcuni dei titoli delle canzoni di fama presenti nella pellicola che danno movimento e ritmo alle intere scene.
La fotografia impeccabile di Nicolas Karakatsanis strizza l’occhio alle copertine di rinomate testate di moda e viene aiutata da un lettering in sovraimpressione che agevola i momenti di fast forward delle scene.
La baronessa, nemesi di una nemesi
Dall’altra parte della barricata troviamo “la Baronessa” interpretata da Emma Thompson. All’attrice è stato dato un ruolo particolarmente difficile poiché ricalcava terribilmente la figura di Meryl Streep nella pellicola “Il diavolo veste prada”.
La Thompson cerca di svincolarsi dal personaggio ormai iconico di Miranda Priestly innestando una cattiveria quasi psicotica nella Baronessa, ma la somiglianza dei ruoli, sia come capo di una boutique di moda sia come donna di potere, non ha aiutato l’attrice ad uscire da quella sagoma troppo stretta.
Ricordiamo che la Thompson era stata scelta tra molte attrici di altissimo calibro come Nicole Kidman, Charlize Theron, Julianne Moore e Demi Moore.
Una rivoluzione attraverso la moda
Cruella affronta tematiche interessanti sotto diversi punti di vista. Nonostante le lunghe scene di azione e comicità, nasconde dentro di sé una forte componente sociopolitica che molte testate giornalistiche hanno additato, storcendo il naso.
Tra un colpo di scena capace di stupire e una scena da supercattivo dei fumetti, la storia è intessuta di un sentimento rivoluzionario per cui il giovane deve sostituirsi al vecchio per permettere alla civiltà di evolvere.
Ad avvalorare questa forma di violenza ribelle molto scenica è anche l’affermazione del produttore esecutivo Andrew Gunn di voler portare un “cattivo da fumetto” sullo schermo. La Cruella di Emma Stone in questo di sicuro si distingue da tutte le altre rappresentazioni di Crudelia che mancavano di spicco caratteriale e spessore.
Crudelia, un prequel riuscito?
Nella visione di questa pellicola ho cercato di trovare un continuum del personaggio dal film di animazione ma è stato molto difficile far quadrare tutto. La Maleficent di Robert Stromberg falliva nel dare una storia personale alla nemesi della bella addormentata, trasformando la malvagia strega in una figura accondiscente e quasi positiva. Qui accade più o meno lo stesso, il politically correct di alcune affermazioni stride con il personaggio dei film animati creando alcuni buchi di trama non indifferenti.
Un esempio giace sicuramente nel rapporto con Gaspare e Orazio che sono molto più sentiti e delicati rispetto al film d’animazione, nonostante alcune citazioni dirette all’atteggiamento dell’antagonista della Carica dei 101.
Lo stesso amore per gli animali sembra annichilire il concept del film d’animazione. Ci sono però dei riferimenti divertenti come la scena in cui Estella guida la famosa DeVil che richiama nell’inquadratura la posa e l’espressione della cattiva del classico Disney.
Per concludere
Cruella è un’ottima pellicola di spessore che riesce a malapena a stare nei paletti designati da un prequel. L’interpretazione della Stone è anche migliore di quella in La La Land e riesce a trainare le due ore circa di pellicola senza problema alcuno. La colonna sonora vibra insieme alla regia in un accordo che risuona di divertimento, ribellione ed estro artistico.
Il film in generale è eccellente ma si sente tra le righe il potenziale inespresso dato dalle costrizioni narrative dettate dall’essere un prequel. Poteva essere di più ed invece abbiamo “solo” un bellissimo film.
Voto: 8,5