Black Lives Matter: cosa vedere per comprendere – Cinema
Capire le ragioni dietro al Black Lives Matter è sempre più importante in un’America spaccata dalle proteste. Il cinema, in questo, ci viene in soccorso.
L’America è infiammata da sommosse e proteste legate al Black Lives Matter, scaturite in seguito all’uccisione di George Floyd, uomo afroamericano, da parte di un agente di polizia. Vorremmo poter dire che si tratti di un episodio isolato. Tuttavia, la verità è che episodi simili o perfino peggiori hanno sempre scosso il paese a stelle e strisce nei secoli della sua storia. Episodi, questi,che si rifanno a un substrato culturale, purtroppo ancora troppo profondamente radicato. Il razzismo sistemico è una questione grave che riguarda questo paese, in particolare, e molti altri paesi nel mondo.
Ognuno di noi, come individuo e come parte di una società, ha il dovere di far sentire la propria voce e con coraggio battersi e schierarsi per debellare privilegi e supremazie legate al colore della pelle. Nel nostro piccolo, crediamo sia importante conoscere e informarsi e, per questa ragione, abbiamo deciso di stilare una piccola rassegna di film, serie tv e documentari che possano aiutare a comprendere un po’ meglio una questione che riguarda l’umanità tutta e le ragioni che muovono il Black Lives Matter.
Iniziamo dal cinema!
BlacKkKlansman
Artista afroamericano per eccellenza, Spike Lee nella sua carriera da regista ha affrontato spesso e in modo magistrale la tematica della questione razziale in America. Con BlacKkKlansman ha perfino guadagnato il suo primo Oscar (per la migliore sceneggiatura non originale). Il film narra le vicende del detective Ron Stallworth, che si finge bianco per indagare tra membri del Ku Klux Klan. Una storia che ha del grottesco e del paradossale, ma che riesce in modo puntuale e non scontato a fare luce su un problema con cui l’America in special modo si trova a fare i conti da troppo tempo.
Green Book
Vincitore del premio Oscar per il miglior film nel 2018, Green Book è un film di Peter Farrelly. Narra la storia di Don Shirley, pianista jazz fortemente influenzato dalla musica classica, realmente esistito, e del suo autista e assistente italoamericano Tony Lip. Attraversando il Sud degli Stati Uniti, il bianco Tony impara a conoscere il suo compagno di viaggio e le sue abitudini. Soprattutto inizia a comprendere tutto quello che è costretto a subire per il colore della sua pelle, a partire dal “green book”, un libretto effettivamente stampato tra gli anni ‘30 e ‘60. Un vero e proprio manualetto contenente istruzioni e consigli per gli afroamericani in procinto di viaggiare attraverso gli USA. Un racconto, questo, a tratti condito da buonismo, che aiuta l’occhio ad affacciarsi su una prospettiva a cui non è abituato.
Il colore viola
È un film del 1985 diretto da Steven Spielberg, liberamento tratto dal romanzo omonimo di Alice Walker. Trainata da una splendida Whoopi Goldberg, la pellicola è ambientata nel sud degli Stati Uniti nei primi del Novecento. Racconta di razzismo, abusi domestici, violenze, oppressione maschile ed emancipazione femminile. Facendo luce sul pregiudizio razziale, cui si aggiunge l’onta dello scandalo, soprattutto per quel contesto e per quella epoca, la storia che ci viene raccontata ne Il Colore Viola, pur cruda, alla fine emana un messaggio profondo di fiducia: ogni condizione può essere sovvertita se resta in vita la speranza.
Selma – La strada per la libertà
Questa pellicola del 2014 è diretta da Ava DuVernay. Racconta il culmine delle marce da Selma a Montgomery nel 1965. Marce, queste, che hanno segnato una tappa essenziale nella storia del movimento per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti e che hanno riguardato, in particolare, la questione del diritto di voto. Il film, oltre a mostrare un momento storico di grande impatto, ricostruisce una delle figure chiave di quel momento, vale a dire Martin Luther King. Ne mette in luce non solo le qualità politiche di lungimiranza e sacrificio e la statura morale del suo ruolo di leader nella costruzione di una coscienza civile collettiva, ma soprattutto la sua umanità, fatta di cedimenti e sconfitte e, al contempo, di volontà e determinazione.
Se la strada potesse parlare
Dopo aver diretto Moonlight (altra pellicola cardine del genere), Barry Jenkins con questo film porta sullo schermo il noto romanzo omonimo di James Baldwin. La storia è quella di una coppia di ragazzi afroamericani la cui gioia di diventare genitori è spazzata via da una vicenda dolorosa. Fonny è incarcerato per un crimine di violenza che non ha commesso, di mezzo c’è il razzismo di un poliziotto bianco. Come il romanzo, anche la pellicola Se La Strada Potesse Parlare si muove su un doppio piano: quello dell’amore, tra la coppia protagonista, e quello della paura, la paura cui è spinta la comunità afroamericana. Una paura che non può fare a meno di mescolarsi con la rabbia e con la perdita della speranza: aspetti, questi, che si colgono con più vigore se si pensa che la pubblicazione del romanzo avvenne dopo gli assassinii di Malcolm X e Martin Luther King.
Francesca Belsito