Black Lives Matter: cosa vedere per comprendere – Documentari
Black Lives Matter, proteste, razzismo sistemico: l’America sta vivendo alcuni dei suoi giorni peggiori. Mai come in questo momento è essenziale informarsi e comprendere.
Il Black Lives Matter ha le sue ragioni: capire il perché di quello che sta accadendo è la cosa più importante che possiamo fare, come esseri umani. Completiamo, perciò, la nostra rassegna divulgativa. Si tratta di un piccolo spazio dedicato a film, documentari e serie tv, bellissimi e densi di significato. Tutti prodotti artistici che possano aiutarci a fare luce su quello che il mondo e, in particolare, l’America sta vivendo in questo momento storico e a capirne le ragioni, perché conoscere, capire e, soprattutto, ascoltare è il primo passo per diventare esseri umani più consapevoli. Oggi tocca ai documentari.
LA 92
La 92 è un documentario del 2017. Rievoca gli scontri di Los Angeles del 1992 e, in questi giorni, risulta essere quanto mai attuale. Si trattava di una serie di rivolte scoppiate nella città della California a seguito dell’assoluzione di alcuni agenti di polizia. L’accusa per tali agenti, a ragione, era di avere aggredito Rodney King, tassista afroamericano. Intento del documentario è quello di porre l’accento sulla questione razziale, causa di una ferita forse non ancora rimarginata tra due distinte comunità. Ferite i cui strascichi sono visibili ancora oggi e per cui il Black Lives Matter si batte. Attraverso un confronto con fatti analoghi risalenti al 1965, LA 92 ripercorre le vicende di quei giorni senza commentarle. Lascia, invece, che siano le crude immagini a parlare, da quelle delle cronache giornalistiche a quelle dei singoli cittadini armati di videocamere. Chiaro emerge il monito a evitare future vicissitudini e rivolte di questo tipo che, ad oggi, sembra essere stato profetico.
XIII Emendamento
È un documentario potente della stessa Ava DuVernay, creatrice della miniserie Netflix When they see us e regista dell’acclamato Selma – La strada per la libertà. Tale documentario ha ricevuto una meritata candidatura all’Oscar nel 2017. Il suo titolo fa riferimento a qualcosa di molto importante nella storia dei diritti civili degli afroamericani. Infatti, il XIII Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America abolì ufficialmente e tuttora proibisce la schiavitù. In questo documentario a cui dà il titolo, si fa anche atto d’accusa durissimo contro il sistema giudiziario statunitense. Un sistema che ha trasformato gli afroamericani da schiavi a colpevoli. Senza appello.
Hello, privilege. It’s me, Chelsea
Si tratta di un documentario del 2019 diretto da Alex Stapleton. Segue la vita di Chelsea Handler, comica e presentatrice americana. Racconta la questione razziale da un punto di vista insolito: quello del bianco. Il lungometraggio documentario, infatti, esplora il concetto di privilegio bianco. Con candore ed estrema potenza, si mostra come l’essere bianchi comporta realmente dei benefici in un paese come l’America. Tali vantaggi e prerogative, però, recano con sè dei paraocchi. Per questa ragione, interviene un meccanismo di difesa che diluisce la colpa legata al privilegio stesso: “The way I think people need to think about it, that we don’t, is understanding that privilege is just the flip-side of oppression or discrimination”. Vale a dire: il privilegio è solo l’altra faccia di una medaglia fatta di oppressione e discriminazione.
TIME: The Kalief Browder story
Documentario prodotto dal rapper Jay-Z, racconta la storia vera di Kalief Browder, adolescente del Bronx costretto a 3 anni di carcere senza mai essere stato processato e condannato. Arrestato per un piccolo furto, reato non commesso tra l’altro, Browder è stato imprigionato a Rikers Island, dove fu spesso oggetto di violenze da parte delle guardie e costretto anche all’isolamento per almeno 2 anni, con danni disastrosi per la sua psiche. Il documentario è anche la storia di sua madre, impossibilitata al lavoro per una malattia cardiaca e non in grado di pagare la sua cauzione. In 6 episodi, TIME: The Kalief Browder Story è un potente atto d’accusa contro il sistema giudiziario americano e ha avuto un tale impatto da essere citato nelle campagne per la riforma del sistema di giustizia di New York.
Chi ha ucciso Malcolm X?
Docuserie Netflix, prova a fare luce sull’omicidio di una delle figure più controverse e importanti della storia americana, quella di Malcolm X. Il suo omicidio, il 21 aprile 1965 all’Audubon Ballroom di Manhattan, ha dato vita a una serie di ipotesi di complotto. Tre persone sono state arrestate e condannate per il fatto, tuttavia molti sono ancora convinti che la versione ufficiale non risponda al vero. Gli episodi raccontano i fatti ricostruiti da Abdul-Rahman Muhammad, uomo comune e storico amatoriale che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della verità, tra false piste, indagini superficiali e teorie complottistiche. L’ipotesi che emerge dalla docuserie Chi ha ucciso Malcolm X? è quella della ingiusta condanna di due uomini e che i veri assassini siano ancora in libertà. Ipotesi che è stata per altro accolta dall’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan che ha riaperto il caso dell’assassinio del leader musulmano.
Francesca Belsito