80 anni di Sergio Bonelli Editore: l’audacia per il fumetto
Era il 1940 quando Gianluigi Bonelli fondava la Redazione Audace, rilevando da Arnoldo Mondadori Editore la testata l’Audace e creando una nuova formula del giornale a fumetto: un albo unico con una storia completa. Il primo numero di Redazione Audace uscì nel gennaio del 1941 e quella fu la nascita di ciò che è oggi la Sergio Bonelli Editore, con i suoi ben 80 anni di vita.
Quel primo nome, Audace, che successivamente è stato ripreso negli ultimi anni per lanciare alcune storie a fumetti più mature e ardite, rispecchiava perfettamente lo stile di Gianluigi Bonelli.
Quest’ultimo è sempre stato descritto come un uomo che rappresentava in pieno ciò che scriveva. Infatti, al di là dei vari personaggi che si susseguirono sull’Audace dal 1941 in poi, l’anno da ricordare per la nascita effettiva della leggenda Bonelli è il 1948.
Questo perché Gianluigi Bonelli, affiancato da Aurelio Galeppini, creò proprio in quell’anno il personaggio di Tex Willer, il cui primo nome doveva essere Tex Killer.
Tex Willer e l’audacia di Gianluigi Bonelli
Proprio in Tex, che inizialmente doveva essere la storia a fumetti secondaria, mentre il personaggio di punta era Occhio Cupo, Gianluigi Bonelli mise tutto sé stesso e la sua “audacia”. A vedere alcune immagini di repertorio dello sceneggiatore ci si rende conto di come fosse lui stesso l’emanazione vivente di Tex: amava indossare un cappello da cowboy e, a volte, si muoveva con tanto di cinturone e pistola.
Ma, al di là di tutte le particolarità estetiche e caratteriali, Gianluigi Bonelli era un vero e proprio scrittore prestato al fumetto. Tutt’oggi vengono lodati i suoi dialoghi e la capacità di dare ritmo a fumetti che, negli anni ’40, mostravano ancora poco di quelle caratteristiche postmoderne che avrebbero segnato i decenni successivi.
Gli 80 anni di Sergio Bonelli Editore possono essere visti, quindi, come un modo per elogiare e ricordare il grande autore alla base di questa rivoluzione editoriale in Italia.
Gianluigi Bonelli riuscì per primo a unire la passione per il cinema e le doti da scrittore con la voglia di cimentarsi nel campo dei fumetti.
Dalla sua spiccata fantasia e dal desiderio di re-immaginare le campagne italiane come fossero la Death Valley, nacque un personaggio iconico per il fumetto italiano. Quale è, appunto, Tex Willer.
Sergio Bonelli, l’eredità creatrice di Zagor e Mister No
Ma in 80 anni di storia della Sergio Bonelli Editore c’è anche tanto altro oltre a Tex. All’inizio degli anni ’60 l’ex moglie di Gianluigi Bonelli, Tea, a cui apparteneva la società editoriale Edizioni Audace, lasciò la direzione al figlio Sergio.
Proprio quest’ultimo aveva seguito le ispirazioni del padre e si era cimentato nella scrittura di storie a fumetti sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta. Sergio Bonelli creò per la sua casa editrice altri due personaggi cardine:
- Zagor
- Mister No
A questi, Sergio trasmise le sue attitudini più grandi, come fece il padre prima di lui: la passione per i viaggi e per l’avventura.
Andando a scavare negli 80 anni della Sergio Bonelli Editore, notiamo quindi come ogni personaggio capace di segnare la storia di questa casa editrice, e non solo, abbia sempre riflesso lo spirito del proprio creatore. Tutto questo a testimonianza della grande attenzione che la SBE ha sempre dato all’impronta autoriale ed allo spirito “audace” dei propri autori di immaginari collettivi.
Audacia autoriale: da Ken Parker a Dylan Dog
Una delle punte di autorialità di questi 80 anni della Sergio Bonelli Editore è il Ken Parker di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo. Un fumetto che gli stessi autori non volevano rendere un semplice western di consumo, ma una storia capace di cambiare alcuni parametri del genere. E così fu, nonostante, ad un certo punto, le vendite in edicola non premiassero il fumetto.
Ma Sergio Bonelli credeva in Ken Parker e la serie si concluse solo per volontà degli autori nel 1984, a otto anni dalla sua nascita, diventando nei decenni successivi un cult ristampato più volte.
Ed è diretta emanazione dello spirito del suo autore anche Dylan Dog, che nacque solo due anni dopo la fine di Ken Parker, nel 1986, e che portò avanti quella intenzione di unire il fumetto autoriale con il “giornaletto” di consumo.
Tiziano Sclavi con i suoi tormenti interiori riflette l’anima di Dylan Dog.
Mentre la passione per l’horror e per il cinema dello stesso Sclavi sono il riflesso di quelle caratteristiche da fumetto postmoderno che hanno fatto la fortuna delle storie dell’Indagatore dell’Incubo. Dylan Dog unì cultura popolare e cultura “alta”, diventando un vero e proprio fenomeno della cultura pop, capace di arrivare a vendere un milione di copie in un solo mese e di appassionare intellettuali come Umberto Eco.
Davide Mirabello